Erano gli anni ‘50 e da poco era
terminata la guerra. I giovani
di Buto di allora pensavano allo
sport e al calcio in
particolare. Con una colletta si
comprarono un pallone di cuoio
con camera d’aria e con chiusura
a stringa; andavano a giocare
portandosi dietro tutta
l’attrezzatura per gonfiare il
pallone (pompa, pezze di camera
d’aria, mastice). Le squadre
avversarie erano quelle di
Teviggio, Costola, Salino e
Groppo. I campi da gioco erano
prati, terreni in piano, dopo
che era stato falciato il fieno;
le porte da gioco erano limitate
da due pietre; il fallo più
grave era toccare il pallone con
le mani; i giocatori si
dissetavano con l’acqua resa
frizzante da una bustina. Le
località dove si giocava erano
Prato Lungo, Pian di Lago, Zinaa,
Cianun, ci si riuniva davanti
alla chiesa di Buto e si andava
a piedi sul campo da gioco. Una
gran partita si svolse tra Buto
e Montegroppo; i giocatori
avversari andarono per primi in
vantaggio ma i butesi, con una
prova vigorosa, riuscirono prima
a pareggiare e poi a vincere con
un bellissimo gol in mezza
rovesciata al volo. La partita
fu ammirata dai tifosi di
entrambe le squadre, perché
affrontata con vero spirito
sportivo e lealtà.
In memoria di questa storica
partita fu creato nel 1966, da
alcuni volenterosi del paese, il
campo sportivo e poi, nata la
società sportiva, furono
costruiti i cinque campi da
bocce, quello da tennis e gli
spogliatoi.
|