Porciorasco, Buto
e le simbologie templari (Enrico
Calzolari - ButoCultur@) |
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L’amico Enrico Calzolari, nel suo
libro “Lunigiana terra di Templari, ed. Marna, 2006", scritto assieme a Luigi
Battistini, ha identificato le incisioni poste sugli architravi a Porciorasco
come facenti parte della simbologia templare. Nel nostro libro sul piccolo paese
di Porciorasco avevamo giudicato di difficile collocazione temporale le
incisioni che compaiono nel paese e che raffigurano la luna, mezzaluna, simboli
solari e altri di carattere religioso.
Su Porciorasco, il dr. Enrico Calzolari ha scritto (pag. 164 del libro citato):
“Il toponimo di questo piccolo borgo, posto sull’itinerario che sale al Passo di
Cento Croci, è interessantissimo, perché dialettalmente suona "Pussuasco", il
che dimostra la presenza di due radici che richiamano il pozzo. La prima, di
semplice derivazione italica, l’altra con la semantica del pozzo sacro (asco,
dal sanscrito ash) ove si gettavano le ceneri dei sacrifici olocausti perché non
venissero profanate dagli animali. Nel pianoro di Porciorasco, sovrastante il
torrente Stora (dalla antichissima etimologia legata al radicale str = fiume)
oltre a una grande villa nobiliare, si trovano una grande chiesa del secolo
XVIII e pochissime case. Attualmente vi vive una sola anziana donna.
Le costruzioni medioevali che formano il piccolo borgo portano però una
interessantissima iconografia incisa nei vari architravi.
Emerge un forte richiamo di asterismi, reso più importante da una simbologia
solare che corrisponde ad analoghe rappresentazioni della Mesoamerica, e che può
essere messa in collegamento con la simbologia della marina templare di Volastra
e con i copricapo di foggia mesoamericana di Codiponte”.
Anche i simboli incisi sulle pietre provenienti da costruzioni antiche, ora
incastonate nella chiesa e nel campanile di Buto, come il lupo, il simbolo a
farfalla, il nodo di Salomone, la scacchiera, la mezzaluna, il sole e due stelle
a otto punte, rappresentano simboli attribuibili ai Templari o ad altri ordini
monastico-militari, o comunque di loro derivazione (pag. 75).
Lo studio sulla voce Vara è stato compiuto da Enrico nelle pagine 236-238 del
suo libro a titolo: "Studi di Lunigiana. Antiche acque di Lunigiana, terra
misteriosa dedicata a divinità femminili. Editrice Mediaevo, Crema, 2004 - Gli
idronomi come memorie viventi delle migrazioni di Baschi, Paleo-umbri, Etruschi,
Celti, Romani ed Ariani". Il suo toponimo è antichissimo, pre-indoeuropeo, e si
ritrova perfetto in Francia nel Départment du Var. Dapprima si riteneva di
origine celtica: var = acqua seguendo la quale si raggiunge il mare. Secondo
Semerano potrebbe derivare dall'accadico waru = corso d'acqua. In India vari
significa acqua.
Secondo più recenti studi del prof. Theo Vennemann, linguista dell'università di
Monaco di Baviera e del prof. Peter Foster, genetista dell'università di
Cambridge, la radice var sarebbe pre-indoeuropea, appartenendo alla voce vascone
var = corso d'acqua che scorre vorticoso.
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