Cari amici, e' una grande gioia
per me trovarmi oggi in mezzo a
voi in occasione dei 350 anni
della vostra chiesa
parrocchiale. vi saluto tutti
con grande affetto ma in modo
particolare il mio saluto va al
vostro dinamico e zelante
parroco don mario perinetti,
agli ecc.mi vescovi angelo
acerbi, nunzio apostolico e
edoardo ricci, vescovo emerito
di san miniato e alle autorità
civili e militari qui presenti.
Le letture di questa domenica
sono, come sempre, ricche di
insegnamenti. tuttavia in questa
circostanza mi limitero' a fare
un breve commento al vangelo che
abbiamo appena letto e che ci
ricorda che la porta del
paradiso e aperta a tutti. ma ci
ricorda anche che si tratta di
una porta stretta. possiamo
passare attraverso questa porta
stretta solo con il sacrificio,
vale a dire con una vita
cristiana vera, sincera,
autentica.
Ma i sacrifici e le difficolta'
non ci devono scoraggiare e
tanto meno spaventare. ii papa
paolo vi diceva il cristianesimo
non e' facile ma e' felice.
Non facile perchè richiede delle
rinunce, dei sacrifici felice
perche' quando i sacrifici si
fanno per dio non producono
tristezza ma gioia.
Che i sacrifici siano necessari
per guadagnarci il paradiso lo
ha confermato in molte occasioni
gesu’: e’ lui che ha detto chi
vuole venire dietro di me prenda
la sua croce e mi segua
aggiungendo pero' il mio giogo
e' dolce il mio carico leggero.
Difatti e' lui che questo carico
lo porta assieme a noi e senza
abbandonarci mai, ce lo ha
assicurato saro' con voi tutti
giorni fino alla fine del mondo
(matt. 28,20). gesu' e' con noi
nell’eucarestia, con la grazia,
con i sacramenti. e' con noi
attraverso la chiesa le cui
istituzioni (le diocesi, le
parrocchie) e la gerarchia, il
papa i vescovi, sacerdoti hanno
come unico scopo quello di
occuparsi della salvezza delle
anime, aiutare cioe' l'umanita'
a passare per quella stretta
porta che conduce alla felicita'
eterna. e' in questa luminosa
prospettiva che dovete vedere la
vostra antica chiesa
parrocchiale che ha raggiunto
oramai la veneranda eta' di
trecentocinquant'anni. infatti
fu eretta il 15 giugno 1657
dall'allora vescovo della
diocesi di brugnato, mons.
giovanni battista paggi.
E' questo di oggi un avvenimento
di grande importanza perche'
deve segnare non solo un punto
di arrivo ma soprattutto un
punto partenza per un rinnovato
impegno di vita cristiana.
350 anni sono tanti ma essi non
hanno intaccato il vigore e la
vitalita' della vostra
parrocchia e me ne sono reso ben
conto dalla vostra numerosa
presenza a questa celebrazione e
da tutto quello che ho letto e
sentito di voi.
Quanta storta e' passata in
questi 350 anni. di quante
mutazioni, di quanti avvenimenti
lieti e tristi, di quante
speranze e frustrazioni e' stata
testimone la vostra chiesa .
essa ha vissuto tutte le vicende
umane di questo pittoresco
angolo di terra ligure nell'alta
val di vara. per lunghi anni ha
visto le periodiche invasioni
delle truppe mercenarie che
requisivano le scarse derrate
alimentari e causavano non poche
sofferenze alla popolazione. ha
visto le carestie, le epidemie,
ma anche le gioie della vita
serena pacifica, buoni raccolti
di castagne, dei progressi
economici e sociali.
E' la vostra chiesa che vi ha
confortato nei lutti e nelle
disgrazie, e' la vostra chiesa
che vi ha sorretto nei momenti
penosi quando i figli di buto
sono stati chiamati a combattere
nelle due grandi guerre che
hanno insanguinato il secolo
scorso. amatela dunque la vostra
parrocchia. essa e' come una
madre premurosa per voi.
Ma che cos'e' la parrocchia? il
nome parrocchia deriva dalla
parola greca paroikia che
significa aggruppamento di case,
comunità. anticamente con il
nome di parrocchia si designava
una porzione territoriale della
chiesa universale governata da
un vescovo. ma con il passare
del tempo ed il conseguente
aumento del numero dei fedeli,
nonche' delle distanze da
percorrere per mantenersi in
contatto con loro, il vescovo
non fu piu' in grado di farsi
carico da solo della propria
comunità cristtana e fu
costretto a frazionarla in
parti, affidando ciascuna di
queste parti ad un presbitero,
ad un sacerdote. nacque cosi' la
parrocchia come la intendiamo
oggi e come descrive il codice
del diritto della chiesa una
comunita' stabile di fedeli
costituita nell'ambito di una
diocesi ed affidata dal vescovo
alle cure di un sacerdote
La parrocchia e' dunque una
comunità di fedeli che,
nell'edificio di pietra, di
mattoni, o di altro materiale
che e' la propria chiesa vede la
casa comune, il luogo dove
pregare insieme rendendo a dio
il culto che gli e' dovuto non
solo in privato ma anche
pubblicamente.
E' nella vostra chiesa
parrocchiale che con il
battesimo avete ricevuto il dono
della fede e siete diventati
figli di dio. e' qui che avete
avuto il primo incontro con gesu'
nel giorno della vostra prima
comunione, e' qui che si sono
formate tante famiglie cristiane
con il vincolo sacramentale del
matrimonio. e’ qui che coloro
che hanno chiusi gli occhi alla
vita terrena hanno ricevuto
l'ultimo saluto cristiano e
lasciato ai loro cari la ferma
speranza di rivederli un giorno
in una vita che non tramontera'
mai.
La vostra chiesa, dunque, cari
butesi, e' stata ed e' il segno
visibile di questa vostra fede.
il segno visibile della presenza
di dio tra voi. ma e' anche la
memoria del generoso ministero,
delle dure fatiche pastorali di
tutti quei degni e zelanti
sacerdoti che si sono susseguiti
alla sua guida e che meritano la
vostra gratitudine e il vostro
affettuoso ricordo.
L’edificio materiale, visibile,
della vostra chiesa suppone
l’esistenza attorno ad essa di
un'altra chiesa non fatta di
materiali piu' o meno nobili, ma
fatta di persone.
Una chiesa non monumento del
passato ma una chiesa viva. voi
dovete essere questa chiesa via
e lo sarete nella misura in cui
la fede, ricevuta nel battesimo,
sara' anche operante in tutto il
vostro agire. per costruire
questa chiesa non e' bastato
portare qui pietre, mattoni e
travi ma e' stato necessario
allineare, disporre bene tutto
questo materiale e dargli una
forma e poi compaginarlo,
cementarlo. anche la chiesa
viva, la a comunita' dei fedeli
ha bisogno di un cemento che la
tenga bene unita e questo
cemento porta il nome di carita'.
Carita' e' una bella parola di
origine latina che vuole dire
amore. l'amore vero che ci porta
ad amare dio con tutto il cuore
e il prossimo come noi stessi
per amore di dio.
Una comunità cristiana e’ tale
solo se in essa si vive
l’affetto vicendevole e se in
essa si condividono le gioie e
le pene.
Il commento dei pagani che erano
testimoni della vita delle prime
comunità cristiane era questo
vedete un po’ come si amano,
come si vogliono bene.
Concludo con le parole
dell’apostolo paolo ai cristiani
del suo tempo che vivevano nella
citta’ di corinto. non sapete –
diceva san paolo – che ciascuno
di voi e’ tempio di dio e che lo
spirito santo abita in voi? se
per il tempio di pietra e di
mattoni dobbiamo avere il piu’
profondo rispetto, la,piu’
profonda venerazione, quanto
maggiore rispetto dobbiamo avere
per quel tempio di dio che siamo
noi cercando di non contaminarlo
mai con e a sola cosa che odia
di più e cioe’ il peccato.
Il vostro patrono e’ l’apostolo
pietro, il principe degli
apostoli, ma questo non esclude
la centralita’ della devozione
alla madonna che sicuramente voi
avete. a lei vi affido questa
sera in modo particolare perche’
come ha detto un grande santo
non si e’ mai udito che un
devoto di maria si sia perduto
per l’eternita’.
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