Rivolgo un cordiale saluto a
tutti i presenti. E’ con vera
soddisfazione che partecipo
all’incontro organizzato per
presentare la nuova edizione
della Relatione con le note
dell’amico prof. Delucchi.
E’ la prima opera realizzata
dall’Associazione Antonio Cesena
di Varese Ligure e un piccolo
contributo sulla tecnica
editoriale è stato fornito
dall’altra associazione
culturale del territorio:
ButoCultur@.
Dirò qualche parola su queste
due realtà, composte da
appassionati di storia locale,
tutti volontari che sostengono
personalmente i costi della loro
partecipazione.
Per motivi di anzianità inizio a
parlare di ButoCultur@, nata
quindici anni fa quando alcune
persone originarie del paese di
Buto, piccola frazione montana
di Varese Ligure, hanno dato
inizio al progetto con lo scopo
di recuperare il passato, per
memoria loro e dei loro figli.
L’obiettivo che si è data in
seguito l’associazione è stato
quello di portare alla luce,
attraverso le vicende storiche
locali, i valori della civiltà
contadina: l’amore per la
famiglia e per il proprio paese,
il rispetto dell’ambiente, la
solidarietà, il duro lavoro, la
tenacia, lo spirito di
sacrificio, la fede.
L’associazione, con le proprie
opere divulgative, si pone
sempre al servizio della
popolazione locale con
l'obiettivo di stimolarne la
crescita attraverso la
valorizzazione del glorioso
passato.
L’associazione sinora ha
pubblicato dieci libri a partire
dal 2002 quando raccontammo la
parrocchia di Buto vista con i
ricordi dei nostri nonni e dei
nostri genitori, poi ancora Buto
in occasione del trecento
cinquantesimo anniversario della
parrocchia con nuovi e originali
elementi desunti dai registri
parrocchiali e ancora, a
seguire, la storia di altre
parrocchie come Teviggio,
Porciorasco, Caranza, Fossa
Lupara, descrivendo poi la vita
di un sacerdote e la storia di
una Confraternita, raccogliendo
le antiche ricette delle
località poste attorno al Monte
Gottero, sino a quest’anno
quando siamo sconfinati nel
parmense per raccontare la
storia dell’antichissima pieve
di Casanova di Bardi.
L’iniziativa si è ampliata in
questi anni con persone
originarie di questo territorio
e ha ottenuto un primo grande
risultato, quello di compattare
molti individui che in comune
hanno le radici e che stanno
ritrovando un’identità proprio a
causa del progetto.
Identità che l’associazione
scopre e consolida esplorando le
carte delle parrocchie perché
per secoli i momenti più
importanti della vita degli
individui si sono svolti proprio
all’interno della comunità
parrocchiale, dal battesimo sino
alla morte, vicino ai propri
antenati e il separarsi dal
proprio paese era un po’ come
tradire questo speciale
rapporto. Ecco che scoprire la
storia delle nostre comunità,
riprendere gli usi e le
tradizioni può rafforzare la
coscienza della propria
identità, può aiutarci ad avere
maggiore consapevolezza del
presente perché ogni presente
affonda le proprie radici nel
passato. E’ stato detto che la
storia non è mai in ciascuno
divisa dal presente, è parte del
presente e strumento di crescita
verso il futuro.
Così come i componenti di
ButoCultur@ sono affascinati dal
passato, sono anche tesi verso
il futuro. Un altro obiettivo
dell’associazione è stato quello
di far sentire la voce di una
comunità, se pur piccola, della
Val di Vara. Pertanto si
collabora col sito internet
“www.buto.it”, voluto e curato
da Leandro De Mattei, che
raggiungendo i discendenti degli
emigranti dal paese ha diffuso
in tutto il mondo l’antica voce
della terra dei loro padri. Il
sito è nato nel 1999, ha
superato il milione di
visitatori, raccoglie
informazioni meteo e le
condivide con il sistema di reti
liguri, diffonde le immagini del
nostro territorio, offre una
finestra sul Vara a disposizione
di chi vuole usufruirne, cura
una seguitissima rubrica sui
funghi, favorisce iniziative di
solidarietà in cambio di
pubblicità.
Concludo su ButoCultur@
ricordando altre iniziative che
hanno portato centinaia di
persone a Varese e nelle
frazioni, come l’organizzazione
di eventi, di convegni, concerti
e rappresentazioni teatrali e la
collaborazione con la Gazzetta
del Vara. Inoltre ormai da anni
ButoCultur@ collabora con
l'Università di Genova,
Dipartimento di Antichità,
Filosofia, Storia, Geografia del
Prof. Diego Moreno e
l'università di Nottingham
dipartimento di Geografia e
Storia del Prof. Charles Watkins
e Dr. Ross Balzaretti
organizzando incontri con
studenti inglesi.
La più giovane associazione
culturale “Antonio Cesena” è
nata qui nel 2010 con lo scopo
di studiare e divulgare la
storia locale. Ha per logo la
chioccia e i suoi sette pulcini
intenti a beccare, simbolo della
regina Teodolinda, col
significato del rinascere alla
vita.
Si differenzia un poco dalla
filosofia di ButoCultur@ perché
tende a privilegiare la ricerca
sul posto di tracce del passato,
sfruttando anche le particolari
conoscenze di tecnica delle
costruzioni possedute da
componenti del gruppo.
Vediamo cosa ha scritto uno dei
promotori dell’iniziativa, il
compianto Franco Pessagno:
“l’idea incominciò anni or sono
davanti ad un paio di gradini ed
all’emerso di un muro facente
parte di un settore sulla forma
circolare del borgo di dentro.
Ci trovammo con il geom. Roberto
Pezzi ad ammirare queste
strutture emerse in seguito
all’abbattimento del terrazzo
dell’asilo Maghella, subito ci
fu un’intesa considerata la
forte passione per la storia di
entrambi, un irrefrenabile
desiderio di analisi per
appagare questa passione e fu
così che un po’ per giuoco e un
po’ per curiosità incominciammo
a scrutare muraglie, giunte,
possibili abbattimenti o
ricostruzioni nella tessitura
costruita nel borgo. Davanti ai
nostri pensieri si aprivano
nuove scoperte e formulavamo
anche supposizioni che,
incorporandole una dopo l’altra
in una corretta cronologia e
supportandole a logiche di
ragionamento, soprattutto per
quanto riguarda la parte
architettonica, ci mostravano
quello che fu l’originario
costrutto del borgo”.
Le differenze negli obiettivi
che si sono date le due
associazioni non hanno impedito,
anzi forse favorito, il progetto
di ricostruire assieme la storia
antica di Varese, dalla nascita
sino all’istituzione dei
registri parrocchiali (fine del
XVI secolo) basato sugli studi
di illustri storici del
territorio, alcuni qui presenti
come relatori, e anche sulle
indagini condotte dagli amici
varesini. Il libro è in
costruzione e tra gli autori
figurerà, anche se non è più con
noi, l’amico Franco, colui che
lo ha fortemente voluto.
Ancora una riflessione: le
iniziative delle associazioni
culturali sono fondamentali
anche dal punto di vista
economico riuscendo ad attrarre
molte persone nel nostro
bellissimo territorio, in un
momento in cui le istituzioni
latitano in questo settore per
la riduzione dei contributi. Le
associazioni non solo non
chiedono denaro ma, con le
offerte ricevute per i libri
sono riuscite a realizzare
rilevanti interventi. Ricordo,
tra l’altro, che col ricavato
dei libri di ButoCultur@ si è
riparato il tetto della chiesa
di Porciorasco, si è rifatta la
facciata della chiesa della
Focetta a Buto e si sono
restaurate le statue della
chiesa-santuario di Teviggio.
Durante la presentazione delle
statue restaurate si è detto che
era stato possibile
quell’intervento solo a seguito
dell’apporto finanziario
dell’associazione.
Credo pertanto sia giusto
riconoscere l’importanza di
queste due associazioni che si
inseriscono con profitto nel
tessuto sociale varesino
portando la loro passione,
l’entusiasmo e soprattutto
l’orgoglio di appartenere a
questo stupendo territorio così
ricco di storia. |