Convegno sulla "Relazione dell'origine e successi della terra di Varese"
con note del prof. Vincenzo Delucchi dell'associazione varesina "Antonio Cesena"

 
 

Sabato 9 agosto 2015, dopo lo scoprimento e la benedizione della targa di intitolazione della via Antonio Cesena all'interno del Borgo rotondo, si è tenuto nella sala della Compagnia il programmato convegno con la partecipazione di vari relatori. Tra questi Sergio Gabrovec di ButoCultur@ del quale presentiamo la relazione. Vi è poi stato un intervento contrario alla nuova opera da parte di uno storico, apparso ai più inopportuno, che ha causato prima la sorpresa e poi la contestazione del pubblico e l'allontanamento del relatore.
L'associazione varesina "Antonio Cesena" opera per passione e senza scopo di lucro e con il nuovo libro ha voluto portare un contributo alla storia del nostro bellissimo territorio e così far crescere la nostra comunità.

 
 

 

 

Intervento di Sergio Gabrovec


Rivolgo un cordiale saluto a tutti i presenti. E’ con vera soddisfazione che partecipo all’incontro organizzato per presentare la nuova edizione della Relatione con le note dell’amico prof. Delucchi.
E’ la prima opera realizzata dall’Associazione Antonio Cesena di Varese Ligure e un piccolo contributo sulla tecnica editoriale è stato fornito dall’altra associazione culturale del territorio: ButoCultur@.
Dirò qualche parola su queste due realtà, composte da appassionati di storia locale, tutti volontari che sostengono personalmente i costi della loro partecipazione.
Per motivi di anzianità inizio a parlare di ButoCultur@, nata quindici anni fa quando alcune persone originarie del paese di Buto, piccola frazione montana di Varese Ligure, hanno dato inizio al progetto con lo scopo di recuperare il passato, per memoria loro e dei loro figli. L’obiettivo che si è data in seguito l’associazione è stato quello di portare alla luce, attraverso le vicende storiche locali, i valori della civiltà contadina: l’amore per la famiglia e per il proprio paese, il rispetto dell’ambiente, la solidarietà, il duro lavoro, la tenacia, lo spirito di sacrificio, la fede. L’associazione, con le proprie opere divulgative, si pone sempre al servizio della popolazione locale con l'obiettivo di stimolarne la crescita attraverso la valorizzazione del glorioso passato.
L’associazione sinora ha pubblicato dieci libri a partire dal 2002 quando raccontammo la parrocchia di Buto vista con i ricordi dei nostri nonni e dei nostri genitori, poi ancora Buto in occasione del trecento cinquantesimo anniversario della parrocchia con nuovi e originali elementi desunti dai registri parrocchiali e ancora, a seguire, la storia di altre parrocchie come Teviggio, Porciorasco, Caranza, Fossa Lupara, descrivendo poi la vita di un sacerdote e la storia di una Confraternita, raccogliendo le antiche ricette delle località poste attorno al Monte Gottero, sino a quest’anno quando siamo sconfinati nel parmense per raccontare la storia dell’antichissima pieve di Casanova di Bardi.
L’iniziativa si è ampliata in questi anni con persone originarie di questo territorio e ha ottenuto un primo grande risultato, quello di compattare molti individui che in comune hanno le radici e che stanno ritrovando un’identità proprio a causa del progetto.
Identità che l’associazione scopre e consolida esplorando le carte delle parrocchie perché per secoli i momenti più importanti della vita degli individui si sono svolti proprio all’interno della comunità parrocchiale, dal battesimo sino alla morte, vicino ai propri antenati e il separarsi dal proprio paese era un po’ come tradire questo speciale rapporto. Ecco che scoprire la storia delle nostre comunità, riprendere gli usi e le tradizioni può rafforzare la coscienza della propria identità, può aiutarci ad avere maggiore consapevolezza del presente perché ogni presente affonda le proprie radici nel passato. E’ stato detto che la storia non è mai in ciascuno divisa dal presente, è parte del presente e strumento di crescita verso il futuro.
Così come i componenti di ButoCultur@ sono affascinati dal passato, sono anche tesi verso il futuro. Un altro obiettivo dell’associazione è stato quello di far sentire la voce di una comunità, se pur piccola, della Val di Vara. Pertanto si collabora col sito internet “www.buto.it”, voluto e curato da Leandro De Mattei, che raggiungendo i discendenti degli emigranti dal paese ha diffuso in tutto il mondo l’antica voce della terra dei loro padri. Il sito è nato nel 1999, ha superato il milione di visitatori, raccoglie informazioni meteo e le condivide con il sistema di reti liguri, diffonde le immagini del nostro territorio, offre una finestra sul Vara a disposizione di chi vuole usufruirne, cura una seguitissima rubrica sui funghi, favorisce iniziative di solidarietà in cambio di pubblicità.
Concludo su ButoCultur@ ricordando altre iniziative che hanno portato centinaia di persone a Varese e nelle frazioni, come l’organizzazione di eventi, di convegni, concerti e rappresentazioni teatrali e la collaborazione con la Gazzetta del Vara. Inoltre ormai da anni ButoCultur@ collabora con l'Università di Genova, Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia, Geografia del Prof. Diego Moreno e l'università di Nottingham dipartimento di Geografia e Storia del Prof. Charles Watkins e Dr. Ross Balzaretti organizzando incontri con studenti inglesi.
La più giovane associazione culturale “Antonio Cesena” è nata qui nel 2010 con lo scopo di studiare e divulgare la storia locale. Ha per logo la chioccia e i suoi sette pulcini intenti a beccare, simbolo della regina Teodolinda, col significato del rinascere alla vita.
Si differenzia un poco dalla filosofia di ButoCultur@ perché tende a privilegiare la ricerca sul posto di tracce del passato, sfruttando anche le particolari conoscenze di tecnica delle costruzioni possedute da componenti del gruppo.
Vediamo cosa ha scritto uno dei promotori dell’iniziativa, il compianto Franco Pessagno: “l’idea incominciò anni or sono davanti ad un paio di gradini ed all’emerso di un muro facente parte di un settore sulla forma circolare del borgo di dentro. Ci trovammo con il geom. Roberto Pezzi ad ammirare queste strutture emerse in seguito all’abbattimento del terrazzo dell’asilo Maghella, subito ci fu un’intesa considerata la forte passione per la storia di entrambi, un irrefrenabile desiderio di analisi per appagare questa passione e fu così che un po’ per giuoco e un po’ per curiosità incominciammo a scrutare muraglie, giunte, possibili abbattimenti o ricostruzioni nella tessitura costruita nel borgo. Davanti ai nostri pensieri si aprivano nuove scoperte e formulavamo anche supposizioni che, incorporandole una dopo l’altra in una corretta cronologia e supportandole a logiche di ragionamento, soprattutto per quanto riguarda la parte architettonica, ci mostravano quello che fu l’originario costrutto del borgo”.
Le differenze negli obiettivi che si sono date le due associazioni non hanno impedito, anzi forse favorito, il progetto di ricostruire assieme la storia antica di Varese, dalla nascita sino all’istituzione dei registri parrocchiali (fine del XVI secolo) basato sugli studi di illustri storici del territorio, alcuni qui presenti come relatori, e anche sulle indagini condotte dagli amici varesini. Il libro è in costruzione e tra gli autori figurerà, anche se non è più con noi, l’amico Franco, colui che lo ha fortemente voluto.
Ancora una riflessione: le iniziative delle associazioni culturali sono fondamentali anche dal punto di vista economico riuscendo ad attrarre molte persone nel nostro bellissimo territorio, in un momento in cui le istituzioni latitano in questo settore per la riduzione dei contributi. Le associazioni non solo non chiedono denaro ma, con le offerte ricevute per i libri sono riuscite a realizzare rilevanti interventi. Ricordo, tra l’altro, che col ricavato dei libri di ButoCultur@ si è riparato il tetto della chiesa di Porciorasco, si è rifatta la facciata della chiesa della Focetta a Buto e si sono restaurate le statue della chiesa-santuario di Teviggio. Durante la presentazione delle statue restaurate si è detto che era stato possibile quell’intervento solo a seguito dell’apporto finanziario dell’associazione.
Credo pertanto sia giusto riconoscere l’importanza di queste due associazioni che si inseriscono con profitto nel tessuto sociale varesino portando la loro passione, l’entusiasmo e soprattutto l’orgoglio di appartenere a questo stupendo territorio così ricco di storia.

Sergio Gabrovec        

 

 

 

 

  


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