Silvio De Vincenzi, un simpatico
butese di novant’anni (anche se
nato e vissuto alla Foce di
Teviggio, lui e la sua famiglia
hanno sempre frequentato la
scuola e la parrocchia di Buto),
ancora oggi, pensionato a
Chiavari, continua a coltivare
la propria passione: costruire
cestini.
Iniziò, per necessità, a
costruire questi preziosi
oggetti per il contadino di
allora, oltre settant’anni fa,
quando erano necessari per la
raccolta delle castagne, dei
lamponi e dei funghi
(quest’ultimo prezioso frutto
del bosco deve, anche ai giorni
nostri, essere raccolto e
obbligatoriamente trasportato
nel cestino, come prescritto
dalla legge regionale n. 30 del
3 maggio 1985).
Negli anni successivi,
quest’attività si è trasformata
in hobby da svolgere nel tempo
libero, al di fuori delle altre
attività obbligate, specie nelle
ore serali durante la veglia,
oppure nelle giornate di cattivo
tempo e, solo in questi ultimi
anni, anche nelle ore diurne.
Con l’aiuto dello stesso Silvio
e di suo figlio Carlo, cerchiamo
di scoprire i segreti di
quest’arte, anche attraverso la
documentazione fotografica che
ci mostra le varie fasi e la
tecnica del lavoro.
Per prima cosa ci si deve
procurare il legname necessario,
fondamentalmente polloni di
castagno (di una lunghezza
compresa tra 100 e 150 cm e di
un diametro tra 5 e 10
centimetri) da tagliarsi
preferibilmente durante la luna
di maggio; salici (ligami)
anch’essi potati durante la luna
buona di maggio e subito
ripuliti della corteccia (se di
grossa dimensione, spaccandoli a
metà); vimini (veixe), trovati
lungo i corsi d’acqua, tagliati
sempre durante la luna buona,
possibilmente lunghi, sottili e
senza nodi; canne, giovani
piante (un anno), difficili da
lavorare a causa delle nodosità.
Questo legname va spaccato per
assottigliarlo e farne delle
listelle (squixi), ponendolo, se
necessario, sul fuoco per
renderlo più malleabile.
Il castagno serve per fare le
basi e le strutture portanti
degli oggetti da costruire; le
fasciature ad intreccio sono
fatte, invece, con vimini,
salici, castagno stesso e canne.
Dopo l’essiccatura, il legname,
per essere lavorato, è posto in
un recipiente pieno d’acqua e
lasciato a bagno per almeno
dodici ore, in modo da renderlo
flessibile e poterlo piegare
durante la confezione.
Gli attrezzi che sono usati da
Silvio consistono in un martello
con un manico particolare, un
robusto e tagliente coltello da
usarsi per lo spacco, un
coltello a mezza luna
(ronchetto) per assottigliare le
listelle, una grossa cesoia (del
tipo per la potatura della vite)
che è utilizzata per la
rifinitura ed una lastra di
ferro che serve per pressare il
legno, sia nella base sia
lateralmente.
Gli articoli, costruiti negli
anni da Silvio, sono ceste
grandi, dette "corbe", multiuso,
che misurano alla base cm.
40x20-25; ceste piccole, meno
alte delle precedenti, dette "corbette";
i "valli" usati, in passato, per
"vandere" (pulire) castagne e
cereali; cestini ("cavagni") di
varie misure e forme (ovale,
rettangolare, rotonda); cestini
piccoli, detti "cavagnin",
anch’essi di varie forme;
panieri grandi che erano usati
per trasportare la biancheria
asciutta subito dopo il bucato o
per esporre la frutta fresca e
la verdura nei negozi; panieri
piccoli, con due o quattro
maniglie, |