Dal “Libro delle Memorie”,
iniziato nel 1930 dal parroco
don Bertoni si rilevano notizie
sui parroci di Buto.
Si è proceduto ad integrare
queste informazioni con quelle
acquisite dalla lettura degli
altri libri della parrocchia,
dalle relazioni compilate in
occasione delle visite pastorali
dei Vescovi e dai bollettini
diocesani.
Dal 1658 i parroci sono
diventati un fondamentale punto
di riferimento per tutti i
butesi, ne hanno condiviso le
difficoltà ed hanno cercato di
alleviarle. Il parroco era la
persona più istruita del paese
(ed i parroci della diocesi di
Brugnato erano particolarmente
preparati dagli insegnanti del
seminario vescovile) e toccava a
lui spiegare ai parrocchiani gli
avvisi emanati dalla pubblica
amministrazione, aggiornarli
sulle nuove metodologie di
coltivazione, curare la tenuta
dei registri parrocchiali.
Sono elencati di seguito sia i
parroci, sia gli economici
spirituali nominati per
amministrare provvisoriamente la
parrocchia quando la sede era
vacante, sia gli altri preti,
originari di Buto o che
risiedettero nel paese, di cui
si conosce il nome.
Perrotti Visconte
Nel 1658, il 12 febbraio, il
reverendo don Visconte Perrotti,
proveniente dal paese di Montale
di Varese, prese possesso, come
primo rettore, della rinnovata
Parrocchia di Buto rimanendovi
fino all’anno 1663, mese di
giugno. Fu eletto dagli uomini
di Buto a seguito del decreto di
smembramento. Il primo parroco
della seconda autonomia della
parrocchia celebrò trentasei
battesimi. Successivamente
divenne rettore a Costola e
tornò a Buto come padrino di
battesimo. Il 17 maggio 1678,
infatti, fu padrino nel
battesimo di De Nevi Maria
Caterina, figlia di Andrea e
Margherita, mentre madrina fu De
Nevi Maria.
Ghiorzi Giovanni Maria
Dal giugno 1663 al marzo 1664 fu
economo spirituale don Giovanni
Maria Ghiorzi, da Teviggio.
Durante il suo breve ministero a
Buto, don Ghiorzi celebrò solo 3
battesimi. Utilizzò la forma De
Nepotibus per indicare il
cognome De Nevi.
Manuelli Giovanni Domenico
Successivamente la parrocchia di
Buto fu gestita da don Giovanni
Domenico Manuelli in qualità di
Economo. Nei sette mesi del suo
ministero, don Manuelli celebrò
quattro battesimi. A differenza
dei suoi predecessori, che
avevano annotato i battesimi in
latino, questo sacerdote scrisse
in un misto italiano – latino;
si riporta testualmente una
delle sue registrazioni:
“Cattarina 1664 li 30 marzo - Io
R.do G. Dom.co Manuelli economo
della Chiesa di Santo Pietro di
Buto ho batizato Caterina de
Basoti filia de Santino e
Domeneghina coniugibus di questa
Parrochia nata die 24 eiusdos
mensis li Patrini sono stati
Ghiliermo e Maria sua sorela
della medesma Parrochia. Io
sudeto G. Dom.co Manueli”.
De Nevi Bartolomeo
Nell’ottobre 1664 prese possesso
della parrocchia don Bartolomeo
De Nevi, originario di Buto,
quale Rettore. Nei
quarantaquattro anni della sua
amministrazione della
parrocchia, ministero più lungo
in assoluto, don De Nevi
battezzò sessantasei neonati.
L’otto aprile 1668 figura come
padrino al battesimo di De Nevi
Stefano, figlio di Marco Antonio
e di Brigida. Anche il 18 agosto
1673 assume la figura di padrino
al battesimo di Ghiorzi Maria
Maddalena, figlia di Pietro e di
Maria. Egli indicava i cognomi
coniugandoli secondo il sesso
come, ad esempio, Armanino e
Almanina, Guotella, Ghiorzo e
Ghiorzia, Blasotta, Firenzia.
Annotò due volte il battesimo di
24 neonati. Questo parroco
riportava anche appunti nel
registro. Si era dimenticato di
registrare il battesimo di de
Ghiorzi Giovanni Maria figlio di
Francesco e di Maria, nato il 19
settembre 1673 e battezzato
l’otto ottobre dello stesso anno
e pone l’annotazione tra quelle
del 1677 e del 1678, con
l’indicazione “che non havendo
messo a libro quando il batizai
ho posto a questo loco in questo
poco bianco di carta che mi era
rimasto”.
Questo parroco è ricordato per
il suo lunghissimo ministero e,
soprattutto, quale benefattore,
per i beni immobili che lasciò
alla parrocchia. Infatti, nel
1700, con pubblico testamento,
lasciò terreni, casa e cappella
in località Focetta come legato
sotto il titolo di Nostra
Signora del Rosario. Morì a Buto
il 7 ottobre 1708. Nel registro
dei defunti il subentrante
economo don Giovanni Ghiorzi ne
indica l’età al momento della
morte in sessant’anni, ma
probabilmente don Bartolomeo De
Nevi, diventato rettore della
parrocchia quarantaquattro anni
prima, doveva avere circa
settant’anni.
Ghiorzi Guglielmo
Nel 1709 prese possesso della
parrocchia don Guglielmo Ghiorzi,
anch’egli originario di Buto
dove morì il 25 giugno 1715. Il
7 ottobre 1708 registrò, quale
suo primo atto, la morte del suo
predecessore “primo morto
sepolto fu il Rev. P. Bartolomeo
De Nevi”, mentre il 23 giugno
1709 annotò “Primus batizatus
fuit a me Rettore” in occasione
del battesimo di Pietronave
Antonio figlio di Lazzaro e di
Margherita. Il 17 aprile 1710
registrò il battesimo di un
neonato, morto il giorno stesso
della nascita, senza nome,
figlio di Martino e Angela
Maria. Nel suo periodo
amministrò 25 battesimi. Sul
registro dei defunti è stata
indicata in ventinove anni l’età
di don Ghiorzi al momento della
sua morte.
Gandolfo Pietro Paolo
Dall’aprile 1715 al febbraio
1716 fu economo spirituale don
Pietro Paolo Gandolfo, che nel
suo breve periodo registrò un
solo battesimo, il 28 aprile
1715, di Ghiorzi Angelica,
figlia di Agostino e di
Maddalena, nata il 27 aprile
1715.
Arieti Giovanni
Nel 1716 prese possesso della
parrocchia di Buto don Giovanni
Arieti, di Bergassana di Sesta
Godano, morto a Buto il 12
febbraio 1736. Nei vent’anni del
suo ministero questo parroco
amministrò 91 battesimi. Il 25
ottobre 1725 il parroco registra
i primi gemelli nati a Buto,
Ghiorzi Marta e Giovanni
Battista, figli di Agostino di
Giovanni Battista e di
Maddalena, padrino il parroco di
Costola don Giovanni Battista
Perrotto e madrina Arieti
Bianchina di Antonio da
Bergassana, familiare dello
stesso parroco. Don Arieti fu
protagonista di una controversia
col massaro che gestiva la
cappella della Focetta che lo
accusò di non destinare al
mantenimento della cappella i
frutti del lascito di don
Bartolomeo De Nevi. Fu
rimproverato dal vescovo
Lomellini che aveva trovato il
Tabernacolo non ben fissato e
gli olii santissimi tenuti male
e la sacrestia mal provveduta.
Si salvò dalla rimozione solo
perché sarebbe stato difficile
trovare un altro economo
disposto ad amministrare una
parrocchia così povera. Don
Arieti, come tutti i defunti
della parrocchia, fu sepolto in
chiesa, come si legge sul
registro dei battezzati “animam
Deo reddividit et eius corpus in
predicta ecclesia sepultus fuit”.
Ghiorzi Giuseppe
Nel 1736 prese possesso della
parrocchia don Giuseppe Ghiorzi,
di Teviggio, rimanendovi fino
all’anno 1738 e celebrando tre
battesimi.
De Nevi Francesco
L’anno 1738, il 28 luglio, prese
possesso della parrocchia di
Buto il sacerdote don Francesco
De Nevi, di Teviggio, decedutovi
il 26 marzo 1749. Negli undici
anni del suo ministero don
Francesco De Nevi battezzò 24
butesi.
De Nevi Giovan Domenico
Dal marzo a maggio del 1749 fu
economo spirituale don Giovan
Domenico De Nevi e in tale
periodo battezzò due neonati.
Besagno Stefano
L’anno 1749 il 28 maggio prese
possesso della parrocchia don
Stefano Besagno di Ossegna di
Maissana, rimanendovi fino ai
primi di ottobre del 1761. I
battezzati da don Besagno furono
49. Questo rettore ci ha
lasciato le più antiche notizie
sulla parrocchia rispondendo
alle domande del vescovo
Domenico Tatis il 20 marzo 1757.
Sulla chiesa ed in relazione
alla data della sua costruzione
scrive: “Non si sa per essere
chiesa antica, nata fatta
Parrocchia solamente l’anno
1657, e perciò non vi sono note
che diano notizie di questo”.
Ronconi Giuseppe
Successivamente e sino
all’agosto del 1762 fu economo
spirituale don Giuseppe Ronconi
che nella sua breve gestione
della parrocchia non ebbe
occasione di battezzare alcun
neonato.
Battilana Domenico
Nel 1762, il 15 di agosto, prese
possesso della parrocchia di
Buto don Domenico Battilana di
Massasco della Podesteria di
Sestri Levante, Diocesi di
Genova, rinunciando la
parrocchia in “manu Episcopi” il
giorno 8 giugno 1769. Il
parroco, con una splendida
scrittura settecentesca, al
momento del suo insediamento
annnota nei libri “De anno 1762
die 15 Augusti. Simili modo in
actuale, realem e corporalem
possessionem predicte Ecclesie
Ego quoq: anno e die predictu,
fui immissus. R. Do.cus
Baptilana”. Trentacinque furono
i neonati butesi battezzati da
don Battilana.
Nicora Abramo Pasquale
Il 16 luglio 1769 prese possesso
della parrocchia don Abramo
Pasquale Nicora di Campore della
Lagorara, allora diocesi di
Genova, oggi di Chiavari,
podesteria di Castiglione,
deceduto a Buto il 19 maggio
1793. Registrò nel libro 88
battesimi con una scrittura di
difficile decifrazione.
Probabilmente ammalato, il 17
aprile, poco prima di morire, fu
sostituito, su sua licenza, da
don Antonio Nicora “prepositus
S: Michaelis Archangeli Caranza”,
nel battezzare Giovanni Battista
Perotti di Felice di Francesco e
di de Nevi Giovanna di Giuseppe,
nato il giorno prima.
Pietronave Giovanni Battista
Il 24 ottobre 1793 prese
possesso della parrocchia don
Giovanni Battista Pietronave
nato a Buto nell’autunno del
1760, rimanendovi fino all’otto
maggio 1815, epoca in cui, a
titolo di permuta col Reverendo
don Simone Pietronave di
Costola, andò parroco a Costola
per tornare a Buto nel 1820.
Ottantasei furono i neonati di
Buto da lui battezzati durante
la sua prima permanenza nel
paese. Il 22 aprile 1787 figura
come padrino al battesimo di
Perotti Francesco, figlio di
Felice e Giovanna ed anche il 2
agosto dello stesso anno al
battesimo di Pietronave Lazzaro
figlio di Antonio e di De Nevi
Margherita e il 14 gennaio 1788
al battesimo di Ghiorzi
Francesco figlio di Andrea fu
Francesco e di Perotti Maria
Caterina. Nel 1790, Dovette
gestire il delicato periodo del
passaggio dalla repubblica
aristocratica ligure a quella
democratica. Sul libro dei
battezzati, il 4 aprile 1798
scrive “anno primo Liguris
libertatis” e successivamente si
definisce prete cittadino,
“civis presbyter”.
Don Pietronave ha lasciato varie
notizie sulla parrocchia
rispondendo alle domande dei
vescovi una prima volta il 20
maggio 1793, poi ancora nel 1805
e in occasione del suo secondo
mandato nel 1821 e nel 1839.
Pietronave Simone
L’anno 1815, l’otto maggio, a
seguito della permuta col
precedente parroco, prese
possesso della parrocchia don
Simone Pietronave, “oriundo” di
Costola, che a Buto battezzò 19
neonati.
Pietronave Giovanni Battista
L’anno 1820, il 21 febbraio
prese possesso per la seconda
volta a titolo di permuta il
reverendo don Giovanni Battista
Pietronave di Buto, dopo essere
restato a Costola per cinque
anni, rimanendo a Buto fino
all’epoca della sua morte
avvenuta il 16 luglio 1841. Il
30 aprile 1822, assieme agli
altri ecclesiastici, dovette
sottoscrivere l’atto di
giuramento di fedeltà al re
Carlo Felice. In questo suo
secondo periodo, don Giovanni
Battista Pietronave battezzò 117
neonati. Considerando anche il
primo periodo, questo parroco
battezzò nei 40 anni del suo
ministero a Buto (il secondo più
lungo) complessivamente 203
butesi. Conosciamo anche il nome
della “perpetua” di questo
sacerdote: Caterina Ghiorzi di
Gio Batta
Di sé stesso nel 1821 scrive:
“Il mio nome e cognome è di Gio
Batta Pietronave nativo di Buto
d’età di anni 61 e più d’un
mese, del Vicariato di Teviggio.
Io doppo che sono nato Prete
sono stato economo nella diocesi
di Genova in una villa detta
Chiama un anno circa, e poi anni
tre in Arzeno in qualità di
capellano col Parroco nostra
diocesi di Brugnato, e poi
finalmente economo in Buto e
d’economo Parroco anni 21, e
permutando con quello di
Costola, in Costola sono stato
anni cinque, fatta ancora la
secunda permuta sono tornato
alla Patria, e sono quasi due
anni benché indegno che servo il
Popolo mio di Buto”. Servirà il
“popolo” di Buto sino al 1841.
Antognolli Domenico
A Pietronave Giovanni Battista
succedette don Domenico
Antognolli di Groppo di Sesta
Godano, il quale governò la
parrocchia di Buto sino alla
metà del 1846.
Taramaschi Giovanni
Rimasta vacante la parrocchia
per la rinuncia di don
Antognolli Domenico, passato a
Padivarma, ebbe la parrocchia
don Giovanni Taramaschi di
Mangia che la tenne fino
all’epoca della sua morte
avvenuta il 19 gennaio 1886. Don
Taramaschi si impegnò ad
abbellire ed ingrandire la
Chiesa, ristrutturando anche la
canonica della Focetta. Come si
legge nella “nota dei Rettori
della parrocchia”, durante il
ministero di don Giovanni
Taramaschi, iniziato nel 1846,
“per sua iniziativa ed impulso
fu per intiero ricostrutta la
Chiesa Parrocchiale cominciando
dal Sancta Sanctorum e sagrestia
rifatti nei primi anni del suo
ministero parrocchiale, ed il
restante dal 1872 al 1883
ingrandendola ed abbellendola
notabilmente. Con abnegazione
ammirabile proseguì i lavori
spendendovi largamente del suo,
nonostante gli mancasse sovente,
in gran parte, il concorso e la
riconoscenza dei Parrocchiani.
Anche la canonica fu interamente
trasformata e quasi a tutte sue
spese. Alla sua venuta
consisteva nella sala, tre
stanzette che la
fiancheggiavano, una dispensetta
ed una modestissima cucina e fu
tutta sua opera se venne ridotta
allo stato in cui ora si trova”.
Dopo la morte del Reverendo don
Taramaschi la parrocchia di Buto
è rimasta vacante circa undici
anni. In questo lungo periodo si
sono alternati vari vicari.
Mannelli Domenico
Dal 20 febbraio 1886 al 19
febbraio 1889 amministrò la
parrocchia l’economo spirituale
don Domenico Mannelli che tenne
aggiornati i libri della
parrocchia con una scrittura di
difficile lettura.
Bertani Nicola
Successivamente e sino al maggio
1890 amministrò la parrocchia il
delegato don Nicola Bertani, che
in una registrazione di un
battesimo si definì “curatore
spirituale”.
Bertoni Agostino
Dal 1890 al luglio 1893 don
Agostino Bertoni.
Nicora Antonio
Dal 1893 al 1895 l’economo
spirituale don Antonio Nicora.
Cordano Andrea
Sino al maggio 1896 in qualità
di economo spirituale don Andrea
Cordano.
Belli Pietro
Dopo ben cinque vicari, l’anno
1896, il quindici maggio prese
possesso della parrocchia di
Buto don Pietro Belli del fu
Celeste, nato il 20 agosto 1867
a San Vito del Cadore, provincia
di Belluno (Veneto), rimanendovi
fino ai primi di luglio 1907.
Toso Vincenzo
Sino al maggio 1908 governò la
parrocchia l’economo spirituale
don Vincenzo Toso. In una
lettera al Vicario Foraneo di
Teviggio del 19 maggio 1908, don
Toso scrive “ormai ho lasciato
Buto, ma vedrai che ci ritornerò
… in Chiesa ho lasciato tutto a
posto; nell’archivio è pure
tutto in ordine. Del resto, se
occorrerà qualcosa mi
scriverai…”
Rossi Giuseppe
Per tre mesi subentrò il
delegato don Giuseppe Rossi.
Callegari Giovanni
Nel 1909 al primo maggio prese
possesso della parrocchia di
Buto don Giovanni Callegari di
Groppo di Sesta Godano,
rinunciata “in manu Episcopi” il
31 dicembre 1913. Dietro sua
iniziativa ed impulso fu
costituita la Confraternita di
San Pietro, inaugurata l’otto
ottobre 1911. L’acquisto della
balaustra di marmo e la
formazione del pavimento in
mosaico del Sancta Sanctorum
sono dello stesso anno 1911.
Chiappari Felice
Don Felice Chiappari fu economo
spirituale per un anno, dal
primo gennaio 1914.
Bertoni Giovanni
Il 14 gennaio del 1915, con
bolla di nomina del vescovo
Giovanni Carli, prese possesso
ecclesiasticamente e il 23
febbraio civilmente, della
parrocchia di Buto, il sacerdote
Giovanni Bertoni del fu Stefano
e di Ronconi Caterina di Rio di
Sesta Godano. Don Bertoni lasciò
la parrocchia nel dicembre 1930,
essendo stato nominato canonico
e parroco della Cattedrale di
Brugnato. Durante il suo
ministero, nel 1923, la
parrocchia di Buto fu elevata a
Prevostura. Don Bertoni era nato
a Buenos Ayres il 4 dicembre
1886 da genitori della val di
Vara e passò la sua fanciullezza
a Rio. Fu ordinato sacerdote dal
vescovo Giovanni Carli nel 1912
e il suo primo incarico fu
proprio a Buto, quale vicario
sostituto del parroco Giovanni
Callegari e nel 1914 fu
Cappellano del Santuario di
Airola, poi parroco di Buto dal
1915 al 1930 quando divenne
Canonico-curato della Cattedrale
di Brugnato e dal 1940 al 1949
fu Prevosto a Migliarina per poi
diventare arciprete di Bonassola
sino alla morte avvenuta
improvvisamente il 17 dicembre
1951.
Come si legge nelle “Memorie”,
fu questo parroco a lasciare la
canonica della Focetta, col
malcontento di una parte dei
parrocchiani: “sotto il suo
governo furono venduti alcuni
appezzamenti di terra del
Beneficio Parrocchiale situati
specialmente verso la Focetta ed
acquistata la casa attuale con
orto annesso, vicini alla
Chiesa, ove fu adattata con
ampliamento a canonica, nella
quale il Bertoni, attraverso
varie contrarietà da parte degli
abitanti di Lisorno e di
Consigliato, venne ad abitare
nell’anno 1925 circa. Sotto di
lui, Monsignor Pizzorno, vescovo
di Luni, Buto fu elevata a
Prevostura con decreto 20
novembre 1923; e messa la lapide
alla facciata della Chiesa in
memoria dei Butesi morti in
guerra.”
Questa lapide dalla facciata
della chiesa fu poi trasferita
sul davanti del campanile ed
oggi è posta sul muro del
cimitero.
Al parroco Giovanni Bertoni è
stata intitolato il tratto di
strada che dalla Chiesa porta al
Camposanto.
Ghio Ismaele
Dal dicembre 1930 al 5 novembre
1931 governò la Chiesa in
condizione di economo spirituale
il sacerdote Ismaele Ghio,
prevosto di Teviggio, e nativo
di Salino.
Casini Giovanni
L’anno 1931, il 5 novembre,
venne a Buto, in qualità di
economo spirituale il sacerdote
Giovanni Casini del fu Francesco
e di Maddalena Gazzini, nato il
19 aprile 1876 a Castelfranco di
Sotto, diocesi di San Miniato.
Come si legge nelle Memorie
“sotto il governo di lui (l’anno
1932) furono istituite le
Quarant’ore coll’intervento di
Sua Eccellenza Monsignor Ugo
Guibbi vescovo di San Miniato:
fu tenuto, per la circostanza,
il primo Congresso eucaristico
del Vicariato Foraneo nei giorni
7, 8 e 9 agosto, che si chiuse
con la Processione, cui
intervennero ufficialmente le
autorità civili, politiche e
militari di Varese Ligure: fu
ampliato il Camposanto e fu
posta opera efficace perché Buto
fosse dichiarata sede dei corsi
premilitari, evitando così che i
nostri giovani si dovessero
recare a San Pietro Vara ogni
domenica, con evidente danno
economico ed evidentissimo danno
in fatto di pratiche cristiane.
Sempre essendo parroco don
Casini, furono fatte a Buto le 5
nuove campane (1933); fu
istituita la pia pratica del
primo venerdì del mese in nome
del S.S. Cuore di Gesù e fu
cominciata l’altra pia pratica
delle Messe per le anime del
Purgatorio nella nuova cappella
del Cimitero (anno 1935) nel
primo lunedì di ciascun mese. Il
sacerdote Casini lasciò la
parrocchia il 25 luglio 1934,
festa di San Giacomo, vergando,
qualche giorno innanzi le note
che trovansi a pag. 35 di questo
libro, per utilità dei suoi
successori.” Il 23 luglio 1934,
appena lasciata la parrocchia di
Buto, don Casini scrive al
Vicario Foraneo di Teviggio
“Carissimo don Ghio, mercoledì
prossimo vado in Toscana per un
corso di predicazione. Non so se
tornerò a Buto; ma, qualora vi
tornassi, non sarebbe che per un
giorno. In conformità di quanto
mi scrive S.E. Mons. Vescovo,
avverto Lei Vicario Foraneo,
come ho avvertito S.E. stessa,
che da Domenica prossima
provvedano al servizio di questa
parrocchia”. Don Casini conferma
che tutto è in ordine e
specifica che “l’archivio è al
giorno, tanto per quello che
riguarda lo stato d’Anime,
quanto ogni altro Libro
parrocchiale”.
Rezzano Angelo
L’anno 1934, con bolla vescovile
di Giovanni Costantini del 31
agosto, fu nominato prevosto
della parrocchia di Buto il
sacerdote don Angelo Rezzano del
fu Ernesto Carlo e di Canzio
Angela Adelaide, nato a Montale
di Levanto il 12 settembre 1908
ed ordinato sacerdote il 31
marzo 1934. Subito fu nominato
economo spirituale di Costola e
poi prese possesso della
parrocchia di Buto per la festa
del Santo Rosario nello stesso
1934. Il vicario Foraneo di
Teviggio sac. Pietro Sommovigo a
fine 1937 scrisse al vescovo “il
Parroco di Buto Sac. Angelo
Rezzano è un degnissimo
sacerdote ed ottimo parroco
sopra tutti i rispetti. So che è
amato e stimato dalla sua
popolazione della quale ha la
massima cura. Si disimpegna
anche con abilità nelle
questioni –liti- che la
Fabbricceria deve sostenere con
terzi; questioni delle quali
V.E. sarà certo pienamente
informata”. Lasciò la parrocchia
nel mese di maggio 1938 perché
in seguito a concorso venne
nominato parroco della
parrocchia di Cassana in comune
di Borghetto di Vara il 26
gennaio 1938, dove rimase sino
al 1951 per diventare parroco
alle Grazie. L’11 dicembre 1982
don Rezzano moriva a Genova.
Da gennaio ad ottobre 1938 don
Angelo Rezzano mantenne comunque
la parrocchia di Buto con
l’incarico di economo
spirituale.
Maggiani Aldo Alfredo
Dal primo novembre 1938 al 15
dicembre 1945 governò la
parrocchia il prevosto don Aldo
Alfredo Maggiani, di Gaetano. La
bolla di nomina del vescovo
Giovanni Costantini è del 4
luglio 1938. Don Maggiani nacque
alla Spezia il 20 settembre 1911
e fu ordinato sacerdote a
Sarzana il 7 marzo 1936. Prima
di diventare parroco di Buto fu
vicario cooperatore nella
Collegiata di S. Maria di
Nazaret. Dal 1945 fu parroco di
Tellaro e dal 1982 Canonico
della Cattedrale di Sarzana fino
alla morte avvenuta nel maggio
1983.
Galindo Raffaele
Successivamente e sino al 30
settembre 1946 la parrocchia fu
affidata a don Raffaele Galindo,
quale economo spirituale. Questo
sacerdote nacque a Fezzano il 10
agosto 1914 e fu ordinato
presbitero nella Cattedrale di
Sarzana il 4 aprile 1942 dal
vescovo Giovanni Costantini.
Dopo essere stato nominato
curato nella parrocchia di
Nicola di Ortonovo, dal 1944
divenne parroco di Costola e
subito dopo amministratore
parrocchiale di Buto e di
Montale. Durante la guerra di
liberazione fu accusato di
prestare aiuto ai partigiani e
la sua canonica di Costola fu
bruciata. Inseguito dai tedeschi
si salvò dalle pallottole
gettandosi in un torrente e
nascondendosi sotto un ponte. Fu
cappellano dei partigiani della
formazione di Ricchetto e ne
condivise i rischi ed i disagi
ricevendo la croce di guerra ed
il titolo di Cavaliere al merito
della Repubblica. Nel 1950 andò
ad Isola di Felettino e dal 1974
entrò a far parte del Capitolo
della Cattedrale della Spezia.
Don Galindo è deceduto il 18
dicembre 2003 a ottantanove
anni.
Foce Ovidio
Sino al primo agosto 1955 fu poi
prevosto di Buto don Ovidio
Foce, fu Riccardo, nominato con
bolla del vescovo Giuseppe
Stella del 5 settembre 1946.
Picetti Giovanni
Per i successivi tredici anni fu
il prevosto don Giovanni Picetti,
figlio di Michele, a governare
la parrocchia. Don Picetti fu
nominato con bolla vescovile di
Giuseppe Stella del 16 agosto
1955. Era nato a Salino il 23
febbraio 1923 ed a Salino fu
ordinato presbitero dal vescovo
Stella il 30 giugno 1950. Subito
nominato Vicario parrocchiale a
La Spezia, parrocchia S.
Bernardo Abate e successivamente
parroco di Buto dove vi rimase
sino al 1968, essendo dal 1963
anche Economo spirituale di
Costola. Dall’agosto 1968 al
maggio 1991 fu parroco di
Pugliola. Don Picetti è deceduto
il 3 giugno 1992 e riposa nel
cimitero di Salino. Nel suo
testamento spirituale don
Picetti, uomo di grande
sensibilità, cita le varie
località ove ha amministrato,
compresa Buto e ringrazia “tutte
le anime che ho incontrato nel
mio ministero a cui avrei voluto
dare molto di più di quanto ho
potuto e saputo, Il Signore
ricompensi, aiuti e benedica
tutti”.
Perinetti Mario
Dal 14 ottobre 1968 è don Mario
Perinetti l’attuale prevosto
della parrocchia di Buto. Nato a
Brugnato il 16 luglio 1941,
figlio di Stefano e di Gilda
Gregori, si è laureato in
Filosofia - Sociologia e in
Scienze Politiche e Teologia ed
è stato ordinato sacerdote dal
vescovo monsignor Giuseppe
Stella nel 1966. Dopo due anni
trascorsi alla Spezia quale
segretario del vescovo, don
Mario è diventato parroco di
Buto. Attualmente amministra
nove parrocchie, quattro nel
comune di Varese Ligure (oltre
quella di Buto, anche quelle di
Caranza, Costola e Teviggio) e
cinque parrocchie nel comune di
Rocchetta Vara (quella della
stessa Rocchetta e poi Beverone,
Garbugliaga, Suvero e Veppo).
Inoltre, il nostro parroco è
arciprete del Capitolo della
Cattedrale di Brugnato e Vicario
Foraneo e Zonale. A Buto ha
celebrato sinora tredici
matrimoni e battezzato otto
neonati.
Altri preti
Altri preti nativi di Buto o
residenti nel paese sono citati
nei registri e negli altri
documenti della parrocchia,
alcuni rettori di altre
parrocchie o sacerdoti senza
parrocchia che figurano, ad
esempio, quali testimoni in
occasione dei battesimi.
Preti ante smembramento
Il primo sacerdote di cui si ha
memoria orale è una figura quasi
leggendaria, probabilmente
vissuto ai primi del seicento,
di nome “prè” (prete) Lazzini,
che potrebbe aver dato il nome
alla località “Cà di Lazzin”.
Ancora precedente è prete Pietro
di Teviggio che nel 1518 reggeva
le parrocchie di Costola, e di
Buto, di fatto amministrate da
prete Giovanni di Salino, e poi
il rettore Giovanni Antonio
Ferrari che dal 1563 condusse le
due parrocchie. Sempre dalle
visite pastorali dei vescovi si
ha notizia del reverendo Antonio
Scanavino che nel 1640 governava
la parrocchia di Buto e quella
di Costola.
De Nevi Domenico e Biasotti
Antonio
Nei secoli XVIII e XIX era
notevole il numero di sacerdoti
che risiedevano in Val di Vara.
Le famiglie di contadini
potevano migliorare la propria
condizione sociale attraverso un
familiare divenuto prete e, di
conseguenza, affrontavano
sacrifici per farlo studiare.
Solo pochi però riuscivano a
diventare parroci, essendo
vincitori del concorso indetto
dal vescovo e potevano godere
del beneficio parrocchiale,
conducendo tuttavia, come nel
caso della parrocchia di Buto,
una vita di povertà e
difficoltà, molto simile a
quella dei propri parrocchiani.
Gli altri dovevano vivere
cercando impieghi di vario tipo,
come la partecipazione alle
feste, alle cerimonie religiose,
proponendosi quali cappellani di
un oratorio o amministratori
provvisori di una parrocchia, o
precettori in casa di famiglie
benestanti, o in aiuto a parroci
anziani, o semplicemente
amministrando il patrimonio
della propria famiglia. Tutti
avevano il problema della
vecchiaia, non potendo usufruire
di alcuna pensione, e dovevano
crearsi un piccolo patrimonio da
gestire negli ultimi anni della
propria vita.
Tra i documenti emergono, a
cavallo dei due secoli, le
figure di due sacerdoti, nativi
di Buto, a cui non furono
affidate parrocchie in
amministrazione. Uno di questi,
benestante, rimase nella
parrocchia di Buto a gestire il
patrimonio familiare, mentre
l’altro, più povero, fu
costretto a girovagare per i
paesi vicini alla ricerca di
incarichi che gli consentissero
di condurre una vita dignitosa.
Don Gio Batta Pietronave, nella
relazione del 1793, ricorda che
a Buto si trovava “un diacono
nominato Domenico De Nevi di
Francesco”. Nel 1805 lo stesso
parroco conferma che a Buto
risiede “un sacerdote il cui
nome Domenico De Nevi fu
Francesco serviente alla Chiesa”
e cita un altro prete originario
di Buto “Prete Antonio Biassotti
di Domenico, abitante in Rio
Parrocchia del vescovo di
Sarzana”. Nel 1821 aggiunge
altri particolari “nella
Parrocchia è un solo Prete
Domenico De Nevi d’età d’anni 52
d’una sufficiente abilità, però
non confessa per non essersi mai
sottomesso a subire l’esame per
questo peso e sono anni 26 che è
ordinato, questo prete è di
buona condotta ed esemplare le
sue occupazioni sono in
attendere i suoi affari,
avendovi seco madre, fratello,
cognata e serva di buona
qualità. Vi è un altro Prete
Antonio Biaggiotti d’anni 64
assente, e questo prete saranno
anni 40 che è ordinato, ma dopo
l’ordinazione non è stato tre
mesi alla patria, perché è
povero … ha poca scienza ma è
sempre stato fornito di buona
vita e zelo ecclesiastico, in
prima rimaneva nella Parrocchia
di Groppo in casa de
parrocchiani adempiendo legati
di loro, poi in Mattarana
facendo il simile e dimorato
ancora in quello di Rio servindo
una cappella d’un privato, tutti
i Paesi da me vicini, e con
tutti si è a possesso di buon
nome, ora è andato nel cremonese
in una Villa detta Martiniano
presa la licenza del superiore e
sono già 7 ovvero 8 anni che
mancha dalla sua patria, e non
confessa, essendo questo Prete
al Paese le funzioni della
Chiesa si farebbero con più
decoro”. Il reverendo don
Domenico De Nevi, figlio del fu
Francesco e della fu Battilana
Anna Maria, che nel 1806 era
stato inserito tra i primi cento
cittadini-contribuenti più
importanti di Varese, morì a
Buto il 12 gennaio del 1849,
all’età di 79 anni, e il
funerale fu annotato nel libro
dei defunti dal rettore don
Taramaschi |